Qui non si parla di zirconi o altre imprecise imitazioni della preziosa gemma naturale. Si parla di due aziende americane che, con procedimenti diversi, sono pervenute a metodi differenti di produzione artificiale di diamanti "perfetti".
La minaccia potenziale che questi sviluppi tecnologici portano all'impero del monopolio della De Beers (sembra che il costo di un diamante sintetico sia intorno ai $5 al carato), fanno sorridere rispetto alla vera rivoluzione che si prepara: microchips al diamante per l'industria dei computer.
Infatti, il silicio è considerato ormai prossimo ad essere sostituito da altri materiali per via dell'elevata concentrazione dei circuiti in dimensioni troppo compatte (il calore sviluppato dai circuiti liquefa il silicio). Il diamante sintetico sembra essere il miglior candidato.
In questo interessante e lungo articolo l'inviato della rivista WIRED ci introduce in un mondo dove, per ammissione di uno degli imprenditori coinvolti, si rischia facilmente una pallottola in testa. Un diamante vale proprio una vita.
Le aziende di cui si parla:
- Gemesis Corporation, ha sviluppato una metodologia che replica le condizioni geologiche di riproduzione del diamante: alte pressioni e alte temperature. Produce dei diamanti gialli che sono sul mercato dall'autunno del 2003. Gli esperti sostengono che i diamanti Gemesis sono individuabili con attrezzatture molto costose e disponibili presso pochi laboratori al mondo.
- Apollo Diamond, Inc., ha sviluppato una metodologia denominata "chemical vapor deposition", nella quale i cristalli si formano quando una nube di plasma precipita il carbonio su dei wafer di diamante. I diamanti così prodotti sono "purissimi", talmente puri e senza imperfezioni naturali da poter essere individuati solo attraverso questa caratteristica (secondo un gemmologo). Sono considerati i migliori per l'industria dei computer.
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