Il successo degli strumenti di ascolto portatile musicale - dal WalkMan della Sony all'ultimo dell'iPod di Apple (oltre 2 milioni di pezzi venduti in meno di due anni, 75% del mercato) - è un fenomeno sotto gli occhi di molti di noi.
Non solo nelle grandi città affollate da pendolari e persone in continuo movimento, ma anche in realtà delle città più piccole come le palestre, i parchi, ecc., è sempre più frequente incontrare persone con le familiari cuffiette all'orecchio.
Non c'è alcun dubbio: il fenomeno è di sicura rilevanza sociale.
E' c'è anche chi si è già dedicato allo studio di questo fenomeno e ne fornisce alcune spiegazioni.
Si tratta del professor Michael Bull dell'Università del Sussex (UK) , che la rivista Wired ha già ribattezzato come "Professor iPod".
Ecco in sintesi cosa sostiene Bull sulla base di uno studio recente sul fenomeno iPod e su passati studi relativi ai WalkMan:
* il successo di questi strumenti non è solo legato ad aspetti di design, compattezza, ergonomia, moda: ci sono cause ben più profonde che spingono gli individui a sceglierli;
* in particolare Bull sostiene che sono strumenti in grado di trasformare in un modo molto personale la realtà che ci circonda attraverso l'isolamento acustico e la percezione dell'ambiente esterno "filtrata" dalla musica;
* questi strumenti soddisfano un bisogno profondo di riapproprazione di uno spazio personale, intimo, in contatto ed allo stesso tempo isolato dagli altri esseri umani e dall'ambiente esterno;
* l'indagine sulle modifiche al comportamento indotte da un player musicale portatile, dimostra che gli utilizzatori li usano come scudo di difesa, bozzolo, barriera: ma contro chi o cosa?
* qui le ipotesi si fanno affascinanti: Michael Bull sostiene che si tratta soprattutto di una "difesa attiva" da un mondo ricco di stimoli e impulsi visivi. Ricorrere alla musica come filtro, sembra essere un efficace sistema per re-interpretrare questi stimoli. A puro titolo di esempio, è interessante il riferimento all'esperienza dello shopping in un supermercato mediata da musica di Bach...;
* inoltre, seppur dipendendo da uno strumento tecnologico, l'individuo sembra trarre positivi stimoli nel gestire tempo (ritmo) e spazio (distanza) muovendosi nell'ambiente: gli intervistati parlano di un vero piacere - amplificato o mediato dalla musica - nell'interazione con l'esterno, ne viene modificata l'esperienza;
* un ultimo riferimento riguarda le donne: sembrano trarre i maggiori vantaggi dall'isolarsi con le cuffiette, soprattutto per la capacità di deviare attenzioni non desiderate...
Lo studio del professor Bull non richiede particolari commenti. Direi che pone delle domande interessanti, meritevoli di ulteriori approfondimenti. La vita moderna offre vantaggi, rischi, pericoli, ed ognuno di noi cerca di adattarsi come meglio sa e può. Al di sopra della tecnologia, ci sono sempre individui (wetware!) con debolezze, irrazionalità, ottimismo, creatività.
1. L'intervista del professor MIchael Bull a Wired
2. Un articolo della BBC sull'argomento
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