Siamo stati spettatori di un evento naturale di rara potenza e forza distruttiva. E' impressionante osservare che la nostra civiltà può essere messa in ginocchio o addirittura annientata in pochi minuti, ma è anche vero che questo evento (in precedenza assai raro per l'Oceano Indiano) poteva essere parzialmente "contenuto" nel numero di vittime con le opportune misure organizzative di allarme, peraltro già attive in Giappone (dove però i tsunami sono assai più frequenti) e negli USA (Alaska e Hawaii).
Certamente, una volta passato il momento del dolore e del lutto, i paesi che si affacciano sull'Oceano Indiano sapranno organizzarsi al meglio con la cooperazione internazionale: India, Indonesia e Malesia, al di là delle facili semplificazioni "terzo-mondiste", sono paesi in forte crescita economica, legati da una notevole interdipendenza interna all'area, e con una relativa "indipendenza" dall'economia del turismo (mentre Thailandia e Sri Lanka ne dipendono maggiormente).Insomma, l'impatto economico sulla crescita complessiva dell'area dovrebbe essere modesto. Tutti gli sforzi saranno concentrati nel far ripartire la macchina turistica con la ricostruzione (speriamo senza nuovi scempi naturalistici - che in parte lo tsunami ha cancellato!) e nel dare lavoro alla popolazione dei sopravvissuti, che oltre ai congiunti e al tetto ha perso anche una importante fonte di sostentamento.
Nel mezzo della crisi, Internet e la comunità internazionale dei blogger si sono dimostrati sempre più un mezzo di comunicazione indispensabile per accedere a fonti informative direttamente dalle aree colpite e per coordinare i primi interventi di aiuto internazionale (vedasi, uno su tutti, il blog The South-East Asia Earthquake and Tsunami). In queste ore sta affluendo una mole impressionante di immagini e report dai sopravvissuti, che certamente i media tradizionali faranno fatica a riportare. Su un piano informativo più generale, vi segnalo:
- 2004 Indian Ocean earthquake - la pagina ad aggiornamento continuo di Wikipedia (news, report su vittime e danni, ecc.)
- Worldchanging.com - uno special report continuamente aggiornato da uno dei più autorevoli siti in materia ambientale.