Ripartiamo da dove ci eravamo fermati (due post prima di questo, quasi 4 mesi fa!) innanzi tutto per segnalarvi un interessante post di Massimo Mantellini per Punto Informatico. Condivido nella totalità le argomentazioni di Mantellini.
Il recente decreto del Ministro delle Comunicazioni sulla regolamentazione dei servizi basati sulla tecnologia Wi-Fi (Wireless Fidelity) finalmente estende l'ambito di applicazione delle Wireless LAN a tutto il territorio nazionale, al di fuori delle limitazioni alle sole aree confinate o edifici di pubblica utilità (aeroporti, stazioni, ecc.).
In pratica, gli operatori possono sviluppare sul territorio nazionale reti basate su questa forma di trasmissione dei dati. Non mi voglio dilungare sui plus e minus, mi basta sottolineare che si tratta di una svolta assai interessante nelle forme di accesso all' "ultimo miglio", che prepara il terreno ad altre innovazioni di prossima introduzione sul mercato (WiMAX su tutte).
La campagna elettorale per le prossimi elezioni politiche generali è cominciata. Vediamola come un'opportunità da cogliere. Occorre lanciare un "Manifesto per la Liberazione delle Telecomunicazioni" e richiedere alle forze politiche di impegnarsi a sottoscriverne i punti programmatici.
Io comincerei a sintetizzarli in questi tre semplici punti:
- Separare le attività ora svolte da Telecom Italia in due società operative distinte:
- una impegnata nella gestione e sviluppo della rete di trasporto ed accesso, e nella commercializzazione della rete aperta a tutti gli operatori di TLC;
- l'altra impegnata a creare e vendere al mercato degli utenti finali i propri servizi, in concorrenza totale con gli altri operatori, accedendo alla rete di trasporto e accesso sulla base delle medesime condizioni commerciali di tutti gli altri operatori. - La prima delle due società responsabile della rete sarà soggetta ad una riformulazione degli obiettivi della concessione da parte dello Stato, allo scopo di impegnarla a:
- fornire condizioni di accesso competitive a tutti gli operatori attuali e futuri;
- l'obbligo a garantire lo sviluppo della connettività a banda larga anche nelle aree del Paese più disagiate. A questo scopo si possono utilizzare incentivi basati su meccanismi di de-fiscalizzazione degli investimenti nel digital-divide, come pure il ricorso ad economie interne generate dalle economie di scala industriale ed agli incrementi di produttività. - Riformare l'Authority per le Comunicazioni, cominciando dalla nomina di figure professionali "industriali" anzichè "giuridiche": abbiamo uomini di formazione giuridica che guidano questa Authority che sorveglia, guida e sviluppa (o almeno dovrebbe) il mercato fortemente tecnologico della comunicazione. E' una anomalia assoluta che va risolta.
Questa iniziativa è assolutamente slegata da logiche di schieramento Destra-Sinistra. E' promossa con l'intenzione di promuovere lo sviluppo tecnologico nel nostro Paese ed il recupero di opportunità per tutta la comunità.
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